(sceneggiatura di Franco Bertini – Denny Cecchini)
Regia Franco Bertini – Denny Cecchini
Vincitore del premio “Miglior Attore” al Ciak Film Festival 2022
Un gruppetto di giovani escursionisti camminando lungo l’argine di un fiume vedono una bellissima rosa piantata sul greto del fiume. Incuriosito Simone, il capo gruppo, sta per coglierla, quando una profonda voce maschile lo ferma. E’ Flavio, un uomo di mezza età; ha coltivato lui quella rosa e, come un sacro rituale, ogni anno passa una giornata vicino al fiume, portando in omaggio la sua rosa. Nell’atto di congedarsi dall’uomo, Simone cita casualmente il campo estivo al quale il gruppo dei ragazzi appartengono: l’”Abbazia di Mezzamontagna”. Nel sentire quel nome si risveglia in Flavio un turbinio vorticoso di ricordi, dei quali rende partecipi i ragazzi, raccontando la sua storia. L’Abbazia, circa quaranta anni prima, ospitava un collegio femminile e del quale suo padre era il guardiano tuttofare e di conseguenza quella era la sua casa! Nonostante la severa proibizione da parte del genitore di fraternizzare con le ragazze del collegio, Flavio, diciassettenne, si innamora, per la prima volta nella sua vita, di Mia, una bella ragazza di prima superiore. Disubbidendo segretamente al divieto paterno e con la complicità di alcune amiche di Mia, i due ragazzi riescono ad incontrarsi di notte, nella cripta della chiesa, dove si scambiano il loro primo e dolcissimo bacio e dove Flavio dona alla ragazza un anello come pegno d’amore. Purtroppo i due giovani non sanno che il destino ha pianificato la loro vita in modo diverso: quella notte rimarrà il loro primo e unico incontro da soli. L’anno scolastico è ormai al termine e il padre di Flavio coglie l’opportunità di un lavoro migliore all’estero, in Germania, portando con sé tutta la famiglia; il ragazzo è dunque costretto a trasferirsi lontano dalla sua innamorata senza più nessuna possibilità di incontrarla. Passano quattro lunghi anni senza avere più notizie di Mia, ma il ricordo del suo amore è sempre più forte al punto che Flavio, ormai un giovane adulto, decide di tornare alla Abbazia; con il cuore in gola e una rosa in mano arriva al collegio, dove viene subito riconosciuto da Ilaria, l’amica del cuore di Mia. Eccitato al pensiero di rivedere Mia, ormai cresciuta e pronta per la maturità, viene gelato dalla più terribile notizia: Mia è morta, affogata nel fiume, pochi giorni dopo la sua partenza per la Germania. Un malore improvviso e non c’era stato più niente da fare. E dunque, da quel giorno, una volta l’anno, Flavio aveva deciso di piantare la più bella rosa del suo giardino, lungo la riva del fiume, pensando a come sarebbe stata la loro vita insieme se il destino avesse permesso di viverla. I ragazzi, pur commossi da quella triste storia, riprendono la loro gita, per incontrare poco dopo un vecchio pescatore, quasi pietrificato, con la sua canna in mano; Simone, curioso e in cerca di un riscontro del racconto di Flavio, domanda al vecchio se avesse mai sentito di una giovane ragazza morta nel fiume tanti anni prima, ma la risposta è una alzata di spalle e un triste silenzio; forse quel pescatore conosceva fin troppo bene “quella storia” e ne aveva sentito tutto il peso.